CHI SEI?

specchio

Sei nato a Napoli: fai il tifo per l’omonima squadra di calcio, vai in chiesa, dove poi ti sposi anche, forse dopo 10 anni di fidanzamento con la stessa persona, e con un ricevimento che magari costa i risparmi di una vita ai tuoi genitori. Esci spesso con gli amici e altrettanto spesso ti ritrovi con i tuoi parenti, che comprendono zii, nipoti e cugini. Per te la pizza è soltanto quella con pomodoro e mozzarella.

Sei nato a Milano: tifi per il Milan o per l’Inter, dici di essere cattolico ma non vai in chiesa; sposarsi potrebbe essere un’idea ma tutto sommato va bene anche convivere con la tua “compagna”, magari non più di tre o quattro anni. Gli amici li vedi raramente per un aperitivo, o magari per parlare di lavoro. La famiglia sono soltanto i tuoi genitori, al limite i nonni, e li vedi ogni tanto, ma per le feste o per i weekend preferisci andare via. Per te la pizza è qualsiasi cosa tonda, rossa e bianca.

Sei nato nel Texas: sei protestante e vai a messa tutte le domeniche. Il calcio non sai nemmeno cosa sia, e fai il tifo per la squadra di Football dei Dallas Cowboys. Pensi che avere una pistola con te sia un diritto inalienabile e chi prova a negartelo un dittatore spudorato; una bistecca e una birra fredda sono il tuo ideale per una cena fuori, ma non disdegni una pizza large da Papa John’s. Guidi un enorme pick-up Ford con sei ruote, o, perlomeno, ti piacerebbe farlo.

Sei nato a New York City: sei ateo, fai il tifo per la squadra di baseball dei New York Yankees, sposarti e avere figli ti sembrano alcune delle cose peggiori del mondo, vai dallo psicanalista perché non hai amici con cui parlare e la tua famiglia è decisamente troppo lontana o troppo impegnata per ascoltare i tuoi problemi e i tuoi pensieri. Per una cena fuori il ristorante italiano o quello francese sono il minimo sindacale. Guidi solo Audi, Bmw o Mercedes.

Sei nato a Nuova Delhi: per te mangiare carne è inconcepibile, hai molte divinità e credi nella reincarnazione. Il tuo matrimonio è già stato deciso ma tu non sai ancora con chi; il tuo sport preferito è il cricket.

Sei nata a Rio de Janeiro: ami il calcio, sei cattolica, e un topless sulla spiaggia non ti scandalizza, mentre un perizoma è la normalità. Ti piacciono abiti corti e minigonne.

Sei nata in Arabia Saudita: sei musulmana e senza il velo che ti copre il viso ti senti nuda. Per te, una donna che va in giro per la strada non accompagnata da un uomo è una da guardare male, e chiedere il permesso di lavorare a tuo marito o a tuo padre è un fatto normale. Esulti perché finalmente ti è stato riconosciuto il diritto di guidare l’automobile.

Ma tu chi sei veramente? Tu, che leggi questo articolo, e che sei nato in una soltanto di quelle società o magari in qualcun’altra ancora diversa e pur sempre unica, ti sei mai chiesto quante delle cose che ti piacciono, ami, in cui credi, o alle quali ambisci, ti piacerebbero, le ameresti, ci crederesti o le ambiresti esattamente nello stesso modo se tu fossi nato e cresciuto in una qualsiasi di quelle altre società?

Quando hai scelto veramente in quale religione credere? Perché fa il tifo per una squadra anziché per l’altra? Per quale ragione ami il calcio e detesti il football o viceversa? Perché ti senti a disagio senza i vestiti o senza una cravatta? Perché vuoi sposarti o fare dei figli? Perché vuoi guidare una macchina? Perché vuoi guidare un’automobile di una marca anziché di un’altra? Perché mangi quello che mangi? Perché bevi caffè anziché tè? Perché bevi alcolici? Perché ti curi con le medicine anziché con le erbe?

Dietro alle immense libertà garantite dalle società occidentali si annida la più insidiosa delle schiavitù: la dipendenza dai bisogni etero indotti. La velocità delle comunicazioni, della vita, dei consumi e dei rapporti, non fa altro se non alimentare il circolo perverso e vizioso. La nostra cosiddetta libertà si risolve in definitiva nel mero esercizio di un’opzione di scelta tra alcuni bisogni indotti e altri bisogni ugualmente indotti.

Ma se addirittura le idee sulla nostra origine, sullo scopo dello stare al mondo, su ciò che viene prima e dopo la vita biologica, ciò a cui tendere per tutta la sua durata e il modo in cui creare, mantenere e interrompere i rapporti umani, non sono altro se non il frutto della nostra silenziosa e inconsapevole adesione al modello che ci circonda, il problema a questo punto diventa comprendere chi siamo noi veramente. Cosa rimane di veramente nostro nelle idee, nelle tifoserie, nelle scelte politiche, religiose, affettive e sentimentali che manifestiamo quotidianamente?

Quando affermiamo che qualcosa ci piace, quanto possiamo essere sicuri che sia realmente ciò che ci appaga, e che non siamo stati semplicemente educati a desiderarlo? Quando offendiamo qualcuno per un’idea politica diversa o quando decidiamo di fare una guerra per una religione, quanto siamo realmente consapevoli di cosa stiamo facendo?

Quando eserciti una scelta tra una religione e l’altra o tra un’automobile e un’altra ti senti libero, ma ti sei chiesto se sia necessaria una religione? Oppure guidare un’automobile? Ti sei chiesto se possano esserci alternative che non siano limitate alla scelta che ti viene offerta?

Certo, ciascuno di noi è convinto che tutti i suoi sogni, desideri, ambizioni, abitudini e preferenze siano suoi propri, tanto che è disposto a lottare e perfino uccidere in certi casi pur di affermarli su quelli altrui: ultrà che uccidono per una fede calcistica differente, fedeli che si sentono offesi dalla bestemmia nei confronti della divinità che venerano. Ma quanti saprebbero spiegare le ragioni di superiorità di una squadra rispetto all’altra, che magari si scambiano reciprocamente perfino i rispettivi membri? E quanti, per poter affermare la propria adesione a una religione anziché un’altra, le hanno prima studiate e analizzate tutte, una per una, confrontandole fra loro?

E dunque, chi sei tu che leggi? Sei te stesso oppure lo specchio di un’illusione di massa?