LA SOCIETA’ DELLE SCIMMIE VESTITE

scimmia vestita

C’era una volta una scimmia che, guardando il suo riflesso nell’acqua, disprezzò le sue sembianze, e così iniziò a strapparsi tutti i peli di dosso. A quel punto la scimmia, senza più alcun pelo, scoprì di sentire freddo, e, non sapendo come fare, colpì con una grossa pietra il primo animale coperto di pelliccia che le si parò innanzi. All’inizio avvertì un certo disagio, specie presentandosi agli occhi delle altre scimmie, che la deridevano, ma con il passare del tempo quella diversità che inizialmente era sembrata inconcepibile diventò un tratto distintivo ambito, tanto che altre scimmie presero a fare lo stesso.

A un certo punto le scimmie vestite decisero che avrebbero dovuto avere uno spazio tutto per loro, e così delimitarono una zona di foresta facendo la propria, e guai a chi avesse osato entrarvi senza permesso. Le altre scimmie non compresero cosa stesse accadendo: come poteva qualcosa che non apparteneva a nessuno essere riservato soltanto a qualcuno?

Troppi alberi, troppi cespugli e troppi animali che li abitavano: le scimmie vestite decisero quindi di fare pulizia nella loro terra, rimuovendo la maggior parte della vegetazione. A quel punto, però, si accorsero di aver eliminato anche le proprie stesse fonti di sostentamento, e quindi cercarono un ripiego: smisero di mangiare frutti e radici e bacche, mentre scoprirono di poter allevare facilmente certi tipi di insetti che prima sporadicamente mangiavano assieme a tutto il resto. Anzi, con il passare del tempo si accorsero che era ancora più conveniente mescolare quegli animaletti tra loro e pressarli fino a ottenere una sorta di impasto.

Purtroppo, però, senza tutta quella vegetazione le scimmie vestite scoprirono di non avere neppure più alcun riparo dalle intemperie, e così decisero di raccogliere pietre o spaccare rocce per poter realizzare delle strutture in cui potersi riparare all’occorrenza. Questa pratica divenne così apprezzata che in breve tempo ciascuna scimmia volle una struttura tutta per sé, e in tal modo le costruzioni aumentarono vertiginosamente, mentre gli incontri e la partecipazione al gruppo divennero sempre più sporadici.

Alle prime piogge capitava sempre più spesso che la terra delle scimmie vestite venisse allagata e che alcune costruzioni fossero travolte dall’inondazione: non potevano sapere che la causa era stata proprio la rimozione di tutta quella vegetazione, e pertanto dopo ogni inondazione ricostruivano semplicemente alloggi ancora più grandi e robusti.

La natura non le aveva fatte per mangiare quell’impasto di insetti, e così le scimmie vestite iniziarono a sperimentare malesseri sconosciuti prima d’allora, e nella disperata ricerca di un rimedio riuscirono a trovare beneficio nell’ingestione di alcune foglie. Grazie a quel rimedio i sintomi di alcuni malesseri effettivamente scomparvero o si attenuarono, mentre iniziarono a verificarsi altre nuove malattie: nessuno poteva comprendere, però, che erano proprio quelle foglie a causarle.

Nel frattempo la carne putrescente delle carcasse di animali uccisi per le loro pellicce attirava ogni genere di parassita, e, decomponendosi, lentamente ma inesorabilmente infiltrava nel terreno sostanze che in una concentrazione inferiore sarebbero state facilmente assorbite, ma che in quella quantità finirono per contaminare perfino l’acqua della zona.

Le scimmie vestite, preoccupate per la carenza di spazio, che impediva di realizzare alloggi sufficienti per ciascuna di loro, per l’inquinamento della terra e dell’acqua, e per la penuria di risorse, cercarono soluzioni e, infine, si risolsero a espandere il loro territorio per poter accedere a nuove terre, acqua pulita e maggiori risorse. Qualcuno obiettò: cosa diranno le altre scimmie dopo che avremo occupato i loro territori? Ma subito gli altri risposero: che importa cosa diranno? Sono soltanto selvaggi arretrati che non potranno ostacolare la nostra espansione!

Appena prima che venisse presa la decisione finale una scimmia vestita, che aveva ascoltato con grande scetticismo tutti i discorsi fatti fino a quel momento, prese la parola e disse: “E se fosse stato proprio questo nostro sviluppo a procurarci le malattie che sono sconosciute alle altre scimmie, i pericoli e le devastazioni delle nostre costruzioni, l’avvelenamento della terra e dell’acqua? Potremmo forse aver sbagliato a volerci privare dei nostri peli, prendendoli poi da creature indifese, a volere alloggi in pietra che non si erano mai visti prima, a spogliare l’ambiente di ciò che la natura aveva previsto per esso, e perfino ora a cercare di sottrarre ad altri spazio che finiremo per rendere insicuro e insidioso come quello che viviamo oggi? Forse, potremmo semplicemente renderci conto che questa non era la strada giusta, e così spogliarci dei vestiti, delle case, dei confini e delle proprietà che abbiamo creato, e mangiare i frutti delle piante, e vivere in armonia con esse e con tutte le altre scimmie”.

Dopo aver ascoltato il discorso finale tutte le altre scimmie vestite furono concordi: “Estremista!” –  gridarono infuriate – “Disprezzi i tuoi simili e pretendi di vivere in modo scellerato, come se fossimo selvaggi”.

La scimmia estremista venne quindi allontanata: i moderati avevano trionfato, e si sarebbe fatto a modo loro, senza alcuno di quei folli sconvolgimenti.

Fu così che la società delle scimmie vestite iniziò a propagare la sua cultura moderata e il suo modello di progresso nel mondo.