LA CONQUISTA DELL’AMERICA? UN’INVASIONE… CHE NON È FINITA

Non riflettiamo mai abbastanza sul senso e sullo scopo delle parole: definire la colonizzazione europea del continente americano come una “conquista” la rende un fatto affascinante, nobile, evocativo di valori e progresso, mentre chiamarla “invasione” svuoterebbe il mito, mutandolo in deprecabile pagina della storia umana.

In estrema sintesi quando gli europei sono entrati in contatto con il nuovo continente, già popolato in ogni dove, hanno agito esattamente come nelle proprie terre natie, soverchiando i deboli (i nativi americani), relegandoli ai margini, sottraendo loro risorse, spazi vitali e, alla fine, dopo averne sterminati innumerevoli, confinandoli in vere e proprie riserve.

Ogni tanto si vede ancora trasmettere qualcuno di quei film in bianco e nero che raccontano di valorosi soldati americani che si battevano contro violenti e selvaggi indigeni: ciò perché, semplicemente, ancora in tempi recentissimi era invalso il retaggio culturale del vincitore “viso pallido”, che screditava il nemico sconfitto. La differenza rispetto ai film più recenti è palese: la diffusione delle informazioni, un piccolo scatto nella sensibilità collettiva e un lieve superamento dell’ipocrisia hanno portato finalmente a raffigurare come cattivi della situazione gli effettivi invasori e non più gli indigeni.

Oggi gli indiani d’America non sono più tali, ma – all’insegna del politicamente corretto – sono diventati i “nativi americani” e non è più di moda diffamarne i costumi e la storia, ma, anzi, è in corso un processo “restitutivo” simile a quello che stanno conoscendo altre minoranze in U.S.A., già passate attraverso le fasi dello sfruttamento, della discriminazione e, da ultimo, dell’integrazione.

Naturalmente la rivalutazione culturale non sfocia in alcuna restituzione di fatto: i discendenti degli europei non hanno abbandonato alcuna delle terre occupate dai loro antenati e le riserve “indiane” sono più che altro sparuti gruppi di nativi, magari in roulotte, che vendono gadget spesso ridicolizzati per essere (realmente o ipoteticamente) fabbricati in Cina.

La repressione di quei popoli umani è in una linea di continuità con quell’unico principio etico umano che non è mai tramontato: la legge del più forte. Sì, proprio quella (vera o presunta) lex naturalis per contrastare la quale sarebbe nato il diritto.

Mentre invadevamo il continente americano non avevamo in mente o nel cuore l’odio per gli indigeni, o per i bisonti o per le foreste o le praterie che andavamo velocemente distruggendo e utilizzando per il nostro tornaconto: al contrario, stavamo semplicemente prevaricando tutti allo stesso modo, che fossero vegetali, animali umani o non umani, accomunati soltanto dalla debolezza rispetto a noi.

Oggi possiamo parlare di razzismo, di specismo, di sessismo e deprecare tutti questi fenomeni, magari accostandoci anche sterminate (quanto speciose) speculazioni psicologiche (o pseudo tali), ma la fredda verità è che essi sono soltanto sintomi di un problema ben più profondo, che è rappresentato dal nostro senso intrinseco di superiorità e dall’indifferenza verso tutto ciò che è altro da noi.

L’invasione dell’America non è mai finita, ma si è semplicemente estesa su scala planetaria: qualsiasi essere umano che prende più di ciò che gli è necessario per vivere è un invasore, rispetto ai propri simili, agli animali non umani e all’ambiente.

Ci consideriamo padroni di tutto ciò che non può opporsi al nostro volere, poiché nella nostra limitatezza non abbiamo ancora compreso che non esiste nulla di immutabile e di assoluto come quel concetto di proprietà che abbiamo artificiosamente creato con le leggi, e che invano perseguiamo quotidianamente.

Soltanto poco fa la nostra cultura stava ancora elogiando la distruzione e lo sfruttamento come simbolo di potere e sviluppo. Oggi si comincia a suggerire di gestire oculatamente, al fine di meglio sfruttare. Finchè non impareremo a rispettare “perché è giusto” (anziché “perché conviene”) il mondo intero resterà una sola, enorme, America, e noi i suoi invasori.

 

(photo credit: http://2.bp.blogspot.com/_1qCv1fwoHmM/RdIVt8DmsiI/AAAAAAAAC4U/ShlnTt-i00c/s400/conquista.jpg)