
Correva l’anno 2020, quando quel personaggio (non politico, non eletto) che si definiva “l’avvocato degli italiani”, appena dopo aver fatto rimanere aperta l’ILVA, nonostante i gravissimi danni all’ambiente e alla salute umana, si ergeva a salvatore… della salute pubblica. A proposito, qualcuno ha per caso appurato come mai quel signore lì sia finito a fare il mestiere di presidente del consiglio? No, perchè io non sono stato capace di trovare spiegazioni: del resto, se uno viene designato per una carica politica senza avere alcuna esperienza politica nè affiliazione politica… evidentemente la fonte del suo potere (che non può non esistere) deve essere occulta. Massoneria?
Comunque, dicevamo, correva l’anno 2020 (quasi 2 anni fa), e per la prima volta in Italia si imponeva una segregazione domiciliare generalizzata e non irrogata da alcuna autorità giudiziaria. La scusa? L’affollamento delle terapie intensive. Sì, proprio quel fenomeno che si verificava ogni anno in Italia nella stagione influenzale (in foto un esempio del 2018). Quindi, con la scusa di “salvare i nonni”, e a partire da uno stato di emergenza dichiarato pure prima che venissero ufficialmente rilevati casi in Italia, si imponevano “due settimane” di arresti domiciliari. Due settimane… che durano da due anni.
Ma quello che si apriva, in realtà, era semplicemente una “finestra di Overton”. O, se preferite la versione di Chomsky, si iniziava a scaldare l’acqua della pentola con le rane. Le rane eravamo noi, ovviamente.
A proposito, qualcuno si è poi chiesto com’è che dopo un iniziale (mediatico) battage sul fatto di aumentare i posti letto in terapia intensiva, poi si sono spesi in vaccini tanti soldi da poter aprire almeno 12 ospedali?
Arrivò l’estate, e dopo l’ora d’aria si richiuse il rubinetto… perchè gli italioti erano stati troppo indisciplinati e sregolati. Poco importava che i dati ufficiali del resto del mondo fossero sempre allineati, ovviamente.
Nel frattempo, vista la scarsa affluenza in terapia intensiva, si è applicato il giochino più banale del mondo: cambiare la soglia di riferimento, per poter far scattare l’allerta (zona arancione) con il 30% delle terapie intensive occupate. Come se il restante 70% fosse stato creato “di scorta”. Addirittura, poi, il 10% per essere zona gialla. Come a dire che l’intera terapia intensiva è “da parata”: da guardare ma non usare… altrimenti emergenza!
Follia! Ma, tranquilli, non sto dando dei folli ai governanti, per quanto possa far ridere che uno che difende l’ILVA si spacci per uno che ha a cuore la salute umana o l’ambiente. No, i folli sono i cittadini che hanno subito passivamente e con convinzione questo stato di cose e queste idiozie propinate dai media riuniti.
Ma andiamo avanti.
Arriva il vaccino, e secondo l’allegato n. 26 del DPCM “vattelapesca” da questo momento in poi dovrebbe cessare lo stato di emergenza. Che, nel frattempo, a fine estate 2020 veniva prorogato solo per dar tempo di acquistare i banchi a rotelle per le scuole. A proposito… qualcuno si è chiesto che ne sia stato di quei banchi?
Ma niente: l’emergenza continua a imperversare, e, con essa, anche i poteri del tutto arbitrari e non previsti dalla legge che il presidente del consiglio si è autoattribuito. Ma fare domande non è concesso. Le voci critiche vengono zittite o comprate. Il virologo Palù si schiera contro la narrazione ufficiale. Diventa direttore AIFA e “magicamente” non è più contrario.
La presidente della Corte Costituzionale Cartabia dichiara che non esiste, in Costituzione, lo stato di emergenza, e che presumibilmente la sua corte sarà a breve investita delle decisioni in proposito. Diventa ministro della giustizia e, come per magia, firma e controfirma i DL (che hanno soppiantato i DPCM, per salvare le apparenze).
Nel frattempo, benchè fosse da aprile 2020 che si diceva che Draghi avrebbe soppiantato Conte, con estrema “casualità” uno degli esponenti politici con minor seguito (Renzi) “improvvisamente” provoca una crisi di governo, che, dopo apparenti consultazioni plurime e l’ipotesi di andare alle urne, si conclude (del tutto imprevedibilmente!) con… la nomina di Draghi. E pure qui, qualcuno si potrebbe chiedere perchè uno che non ha mai governato niente in vita sua, nè fatto politica, dovrebbe addirittura improvvisarsi presidente del consiglio in tempi di crisi eccezionali. Insomma, sarebbe come a dire che se la nave si trova in tempesta voi, invece di sostituire un capitano inesperto con uno esperto, lo sostituiste con un cuoco. E, soprattutto, com’è che, se frutto di una crisi improvvisa, quell’evento era già stato predetto quasi un anno prima?
Sta di fatto che, comunque, ormai la finestra di Overton non solo è aperta, ma spalancata, tanto che ci si può far passare qualsiasi vessazione e idiozia. E la gente più ne subisce più ne chiede.
E se “l’avvocato dell’ILVA”… ops… “del popolo” era stato creduto nel tutelare la salute e l’ambiente, figurarsi se si può mettere in discussione ciò, rispetto a quello che Cossiga definì “vile affarista”, noto per aver fatto fallire la Grecia e svenduto l’Italia. Il suo governo “dei migliori”, cioè di industriali massoni dovrebbe essere “ecologista”. Come a dire che Reagan era comunista. Ecco, dalla finestra di Overton ci passa pure questo: Draghi e i suoi amici finanzieri… ecologisti! Non solo: pure preoccupati delle discriminazioni di genere! Ma questo signore, che per 74 anni della sua vita ha foraggiato qualsiasi attività e azione a danno di ambiente e salute pubblica, salvo poi scoprirsi nobile ecologista appena assurto al potere… fa strano soltanto a me?
Del resto, dopo aver fatto passare un simile figuro per salvatore della patria, chi si può meravigliare se sono riusciti a far credere che ci si debba “vaccinare” per il bene collettivo con una sostanza che non previene di contagiare gli altri? Oppure a far credere che se uno vaccinato finisce in ospedale la colpa sia di uno non vaccinato. Come dire che uno senza ombrello fa piovere sulla testa di chi ha l’ombrello.
Correva l’anno 2020, quando le persone, incredule di fronte ai miei moniti, dicevano: “nessuno mi può obbligare a vaccinarmi”. Ecco, a quelle persone dicevo di guardare l’Argentina, dove l’esperimento di riscaldamento era partito già nel 2018: senza vaccini non fai niente. Tre anni dopo, in Italia, senza vaccini (e un’app controllata dal Ministero delle Finanze) non fai niente.
Come avrete forse notato, ho smesso di scrivere e pubblicare video. A un certo punto, tutte le parole del mondo non possono cambiare le cose. A un certo punto ti rendi conto che se ciascuno di noi non si fa carico di sè autonomamente non se ne esce. Ecco, quello è stato il punto in cui ho smesso di espormi “pubblicamente”.