Chi non rammenta la provvida sventura di manzoniana memoria? Quelle disgrazie, apparenti, che si risolvevano in un beneficio.
In questo articolo parleremo della provvida sventura del presidente del consiglio italiano.
Il presidente del consiglio è una figura per molti versi “curiosa”. Prima di tutto è un politico… che non ha mai fatto politica. È sufficiente controllare su wikipedia, infatti, per appurare che, alla voce “attività politica”, il suo nome appare per la prima volta come designato al ministero della pubblica amministrazione da parte del candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Conte#Attivit%C3%A0_politica). Sempre nella stessa pagina, poi, si apprende una dichiarazione dello stesso Conte, secondo cui le fazioni politiche storiche sarebbero ormai superate, e che sarebbe “più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali”.
L’affermazione, riletta a un paio di anni di distanza, suona tragicomica. Nessun politico italiano, dal 1945 a oggi, ha mai privato un così grande numero di cittadini di un così vasto ventaglio di libertà tanto fondamentali: dalle più elementari libertà individuali, alle libertà di movimento, ai trattamenti sanitari obbligatori, alle discriminazioni per idee e opinioni, ai diritti economici, al diritto al lavoro, a riunirsi pacificamente, a manifestare il pensiero, a esercitare il culto, etc. etc.
Ben presto, questo “non” politico ha iniziato a parlare di “nuovo umanesimo” (https://www.fanpage.it/cultura/che-cose-il-nuovo-umanesimo-di-cui-parla-giuseppe-conte/). Anche in tal caso, francamente è parsa la prima volta che un presidente del consiglio, dal dopoguerra a oggi, abbia fatto riferimento a concezioni ideologiche di natura non politica. Ciò stupisce per vari motivi: innanzi tutto, la persona in questione non risulta essersi distinta nel campo del volontariato o dell’attivismo. Certo, non si è distinto nella politica, non avendone mai fatta. Ha fatto l’avvocato e l’insegnante. Ma, quindi, in quali ambienti o circoli sarebbe maturata questa progettualità? E dove/come avrebbe pensato di portarla a compimento? Già è “curioso” che come presidente del consiglio di un paese venga designato qualcuno che non ha mai governato nemmeno come sindaco di provincia. Figurarsi, poi, qualcuno che non abbia neppure mai fatto politica in vita sua. E che non sia nemmeno un “tecnico”, come pure ce ne sono stati in passato in governi “interinali”. Insomma, un personaggio che coltivava alti ideali, ma che nella vita si era dedicato a tutto, tranne che a divulgarli.
Qui la storia si fa ancora più interessante: questo personaggio, apolitico e apartitico, con grandi idee per cambiare la società ma mai (apparentemente) dedicatosi a ciò si vede piovere dal cielo la designazione a… capo del governo italiano.
Ma i “miracoli” non finiscono qui. Dopo nemmeno due anni dall’assunzione dell’incarico che succede? La malattia più controversa nella storia umana fa capolino, e mentre appare e scompare dal paese che l’avrebbe esportata nel mondo (la Cina), altrove miete vittime. Non tante, numericamente, ma tantissime per effetto delle azioni dei governanti, che già nel giro di un paio di mesi adottano, all’unisono, motti quali “nuova normalità”.
E il presidente del consiglio italiano cosa ne pensa? La sua parola d’ordine è: “Riprogettiamo il Paese con la prospettiva di un nuovo Umanesimo”.(https://www.ilgiornaleditalia.it/video/conte-riprogettiamo-il-paese-con-la-prospettiva-di-un-nuovo-umanesimo-48733)
Nel frattempo, il premier italiano ha dichiarato apertamente di considerare, quanto alla scuola, questa come l’occasione per ripensarla e digitalizzarla (https://www.youreduaction.it/conte-su-investimento-scuola-digitale-apriamo-strada-a-occasioni-di-sviluppo/). Salvo, poi, davanti alla prospettiva della persistente chiusura della scuola, dichiarare di considerare triste che prosegua la didattica a distanza (https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-conte-scelta-dolorosa-passare-alla-didattica-digitale-limiteremo-la-misura-allo-stretto-necessario/).
Insomma, è un mondo fatto di curiose coincidenze, il nostro. Ma, sicuramente, in questo panorama, chi non vorrebbe essere nei panni del presidente del consiglio italiano? Un innovatore che non ha mai mosso un dito per cambiare il sistema, e che, improvvisamente, si trova a essere proprio l’uomo con il potere per cambiarlo, nel momento storico unico che si è presentato. E, guarda caso, giusto un anno dopo il suo discorso sul “nuovo umanesimo”, eccolo lì a dichiarare che adesso il paese (messo) in ginocchio può essere riprogettato secondo l’ideale (suo) del nuovo umanesimo.