(ANCHE) SE (NON) LI AMI NON LI MANGI

Uno dei messaggi che il fronte pro-vegetarismo sta diffondendo ultimamente è quello che chi ama gli animali (non umani) non li deve mangiare. Vero. Ma l’amore nei loro confronti non rappresenta una condizione necessaria per astenersi dall’ucciderli (la questione di cosa farne una volta uccisi, se mangiarli, indossarli o usarli come trofeo, è irrilevante), bensì solo una delle condizioni sufficienti.

È certo che chiunque ami qualcun altro non possa volerne il male, tantomeno la sua morte: per tutti quelli che si professano amanti degli animali, avendo attorno a sé cani e gatti, è fondamentale veicolare anche questo messaggio, cioè che non si tratti di “amore”, ma di semplice affezione selettiva verso “alcune” creature.

Si possono amare degli esseri umani e odiarne degli altri: il semplice fatto di voler bene ai propri congiunti non rende ognuno di noi un filantropo o un benefattore di tutta l’umanità; anzi, a ben vedere proprio chi ha più a cuore gli interessi di un singolo gruppo rischia di affermarli anche ove ciò comporti la prevaricazione degli interessi altrui.

Mi viene in mente la famosa esimente di “necessità” di chi, pur avendo scelto l’alimentazione vegana per sé, usa altri animali per nutrire i propri cani o gatti, rivendicando il dovere morale di rispettare la natura di questi ultimi, non imponendogli indebite modifiche alimentari. Così, per non snaturare i propri amici, si preferisce uccidere gli estranei: per qualche strano motivo, insomma, non ci si ritiene in diritto di imporre un’alimentazione particolare a un cane, ma ci si considera in diritto di uccidere una mucca per sfamarlo.

A tutte queste persone è senza dubbio opportuno (oserei dire necessario) chiarire che il concetto di amore non ammette sfruttamento, danneggiamento, uccisione: l’amore è un sentimento incondizionato che non ha nulla a che vedere con la piacevolezza o il tornaconto. Non si amano gli animali soltanto perché si gode della compagnia di un cane, né perché si è avuto un gatto che, da bambini, faceva le fusa standoci in braccio: l’amore è qualcosa di più del rispetto, che, dunque, lo presuppone, ma va ben oltre esso.

Ma se non esiste neppure il rispetto minimo del diritto alla vita altrui, come si potrebbe mai affermare di provare addirittura amore verso un’intera categoria di individui?

Una volta chiarito che il messaggio “se li ami non li mangi” ha una sua utilità, vorrei sottolineare che ha anche notevoli difetti che, secondo me, ne limitano la condivisibilità.

Nell’affermare che sia un reato uccidere un altro essere umano nessuno di noi si sognerebbe mai di fare appello ai sentimenti di amore verso l’intera umanità, né di suggerire che soltanto chi abbia a cuore il bene dei propri simili debba astenersi dall’ucciderli.

Mi domando quale efficacia e concreta applicazione avrebbe il divieto di uccidere esseri umani, se esso si basasse esclusivamente sul sentimento di amore, in particolare su come lo intendiamo ai giorni nostri, cioè limitato e selettivo, ove non già esclusivo.

L’amore, come dicevamo, è un sentimento supremo che può contraddistinguere gesti estremi e supererogatori, quali sacrificare se stessi per chi si ama e preferire subire un danno anziché cagionarlo o perfino affinchè chi si ama non lo subisca a sua volta. Tutto ciò non è affatto necessario se si tratta semplicemente di rispettare il basilare diritto alla vita altrui, quindi suggerire che SE (e soltanto se) amiamo i non umani, ALLORA non dobbiamo mangiarli, mi sembra fuorviante, poiché sottintende che questi non godano di un diritto alla vita al nostro pari, bensì semplicemente che debbano appellarsi ai nostri buon cuore e benevolenza, per godere di questa grazia.

Venendo al corollario dell’affermazione “se li ami non li mangi”, va da sé l’opposto: “se non li ami li mangi”.

L’applicazione del principio logico adottato non può essere a senso unico e, pertanto, se si pretende di derivare una regola da una premessa, l’inversione della seconda non può che determinare anche quella della prima.

Non credo sia possibile indurre tutti ad amare i non umani, ma francamente non lo ritengo neppure desiderabile: significherebbe avallare l’idea (sbagliata) che soltanto chi amiamo meriti rispetto e che solo i suoi interessi meritino considerazione, mentre invece così non può essere, poiché, se fosse, significherebbe che non stiamo prendendo atto di reali diritti altrui, ma che stiamo semplicemente proteggendo in modo arbitrario qualcosa a cui teniamo.

La conclusione? Anche se non li ami non li mangi.

(photo credit: http://humansarefree.com/2013/08/beautiful-island-of-swimming-pigs.html)